Impermeabilizzazione fondazioni, come combattere l'acqua? | Ediltecnico.it

2022-10-09 00:46:22 By : Ms. Sarah Chen

Quali sono le principali tecniche e materiali che ci permettono di impermeabilizzare la fondazione e isolarla dall’acqua? Dai tubi drenanti ai teli bentonitici alle resine, scopriamo le principali novità

Principali strutture di sostegno di edifici e di opere di ingegneria, le fondazioni spesso sono a contatto con terreni umidi o a volte totalmente immerse in acqua. L’acqua è dunque il loro nemico indiscusso, sia per le pareti contro terra che di opere di fondazione, sia piovana che di falda.

Come difenderci da essa? Con quali tecniche e materiali possiamo impermeabilizzare la fondazione e isolarle dall’acqua? Vediamolo.

L’umidità è la causa principale del degrado delle strutture compromettendone la funzionalità e la durabilità.

Impermeabilizzare le fondazioni significa renderle più resistenti e durature nel tempo, significa donare una vita utile maggiore, significa inoltre ridurre i costi di manutenzione anche delle strutture in elevazione.

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Come prima cosa occorre verificare la presenza di falde acquifere. In caso di esito positivo come primo intervento occorre realizzare un drenaggio con la funzione di tenere l’acqua lontano dalle fondazioni.

Il drenaggio viene realizzato mediante un tubo corrugato drenante a doppia parete flessibile, rivestito con calza filtrante in geotessile di circa 170 g/m2 di massa areica (versione TNT prevista da Italdreni).

Anche la System Group ha realizzato una tipologia di tubo drenante già provvisto di calza geotessile, venduto in rotoli.

I teli bentonitici MAPEPROOF della MAPEI sono composti da due tessuti geotessili in polipropilene, di cui uno non-tessuto superiore ed uno tessuto inferiore, che racchiudono uno strato uniforme di bentonite sodica naturale. I teli impermeabilizzanti possono essere usati per strutture interrate, per superfici orizzontali e verticali.

Anche DIASAN produce il telo Bentotelo è un geocomposito impermeabilizzante autosigillante e autoagganciante al calcestruzzo.

La membrana bituminosa è il materiale che maggiormente viene utilizzato per l’impermeabilizzazione di superfici anche interrate. Il sistema Index prevede la realizzazione di un pacchetto tecnologico costituito da un primo strato di primer bituminoso a base di bitume e solventi a rapida essicazione.

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Successivamente viene posta una membrana impermeabilizzante bitume polimero elastoplastomerica armata in “tessuto non tessuto“, su cui viene sovrapposta una membrana impermeabilizzante multifunzionale bitume polimero elastoplastomerica corazzata, protettiva e drenante, armata con tessuto non tessuto di poliestere ad altra resistenza. Il tutto viene completato con un isolante termico in polistirene estruso monostrato.

Un altro modo per creare una barriera protettiva per le strutture verticali e muri interrate è offerto dalla GEOPLAST con il sistema DEFENDER che permette di creare un’intercapedine ventilata tra il muro controterra e il terreno di riporto, risparmiando così il riempimento dello scavo con la ghiaia.

La riduzione dei costi rispetto ai sistemi tradizionali, la garanzia di eliminare il contatto tra l’umidità del terreno e la guaina impermeabile, la facilità di posa e di movimentazione in cantiere e l’ottima resistenza alla compressione del terreno, fanno di DEFENDER un prodotto indispensabile per la protezione dei muri controterra.

Anche l’azienda GCPAT ha trovato un ottima soluzione con il sistema Bituthene 4000S una membrana per impermeabilizzazione preformata, autoadesiva applicabile a freddo senza l’utilizzo di fiamma, con composto aderente in bitume e gomma SBS, accoppiato ad un doppio film in polietilene incrociato ad alta densità (HDPE).

Molto spesso, quando le strutture sono esistenti e pertanto in passato non è stato progettato un sistema di impermeabilizzazione delle fondazioni, occorre intervenire sull’esistente con diverse tipi di tecniche, oltre a quelle viste in precedenza.

Spesso occorre intervenire su sistemi impermeabili già applicati che non sono più in grado di assolvere la propria funzione. Un aiuto viene fornito dalla WINKLER con i prodotti OSMOWIN e WINFLEX CEMENT.

Il primo prodotto è utilizzato largamente per fondazioni, piscine, serbatoi e contenimento acqua non potabile e trattamento dell’umidità. Consiste in un premiscelato impermeabilizzante a base cementizia.

WINFLEX CEMENT invece è un premiscelato impermeabilizzante bicomponente elastico, a base cementizia, inerti selezionati e speciali polimeri in dispersione acquosa. Elevatissima lavorabilità, adesione e grande resistenza agli agenti atmosferici, atmosfera salina, sali ed anidride carbonica.

Anche WEBER con il prodotto WEBERDRY PRONTO23 TOP consente l’impermeabilizzazione di superfici esistenti.

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Una tecnica di impermeabilizzazione delle fondazioni e dei terreni circostanti è quella delle iniezioni con resine impermeabili. I prodotti utilizzati come DRACOGEL consistono in un gel acrilico atossico per impermeabilizzare e consolidare i terreni e bloccare filtrazioni d’acqua mediante iniezioni. Utilizzando come veicolo di permeazione l’acqua ed essendo monofasico, ha una capacità di penetrazione molto elevata che, coadiuvata dalla bassa tensione superficiale e dalla bassissima viscosità, permette il consolidamento di terreni anche con tessitura limosa aventi particelle di diametro pari a 0,01 mm.

Un particolare prodotto che consente di evitare l’infiltrazione d’acqua dovute alle riprese di getto è il giunto WATERBLOCK della Wurth. Della stessa azienda vi è anche il BITUMUL 56, un’emulsione bituminosa impermeabilizzante e adesiva che consente, rispetto alle guaine solide, di non formare giunture che potrebbero favorire infiltrazioni evitando l’infiltrazione d’acqua sotto la guaina.

Il giunto strutturale è l’interruzione della continuità di un’opera, questo consente, anche in fondazione di evitare danneggiamenti e fessurazioni nelle strutture causare dalla dilatazione di una struttura molto lunga.

In questo caso Mapei fornisce IDROSTOP PVC , in PVC con bulbo esterno, consente lasigillatura dei giunti strutturali. Anche l’azienda TECNOKGIUNTI fornisce un giunto performante KWPROOF.

Un ulteriore esempio è SINEJOINT di FIMA SYSTEM waterstop idroespansivo a base di bentonite di sodio naturale e polimeri organici per riprese di getto interrate delle strutture in calcestruzzo, completo di speciale rete in plastica.

Il problema del degrado delle strutture ed infrastrutture in calcestruzzo armato in Italia ha assunto negli ultimi anni il carattere di vera emergenza. Il manuale tratta vari casi di interventi sulle strutture esistenti in calcestruzzo armato ponendosi quale ideale complemento del testo sul Degrado delle Strutture in Calcestruzzo Armato curato da Felitti e Mecca.

L’opera, illustrando alcuni interventi realizzati dagli stessi Autori nello loro ultraventennale attività professionale, offre suggerimenti e spunti di approccio ai problemi che il progettista ed il costruttore si trovano più comunemente ad affrontare. Per tutti i casi studio il testo accenna all’esigenza “storica” (in funzione del dettato normativo) che influenza la capacità e l’accuratezza delle analisi sul comportamento del calcestruzzo armato, che nel tempo hanno visto il modificarsi sia delle tecniche di rilievo del danno e sia delle modalità di intervento. Allo stesso modo si sono modificati gli obiettivi progettuali passando dagli approcci prescrittivi a quelli prestazionali.

Vengono esaminati, con dovizia di immagini e schemi commentati, casi che riguardano interi sistemi strutturali e interventi locali (travi, pilastri, fondazioni, ecc.).

Matteo Felitti Titolare dello studio tecnico ENGINEERING & CONCRETE CONSULTING, si occupa principalmente di calcolo strutturale, dissesti statici nelle costruzioni esistenti, degrado dei materiali e risoluzione contestazioni in collaborazione con lo Studio Legale dell’Avv. Paola Tucci. Svolge, inoltre, attività di consulenza tecnologica presso importanti Aziende che operano nel settore della prefabbricazione e della fornitura di calcestruzzi prestazionali. Docente Esterno di “Calcolo Automatico delle Strutture” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Titolare Cattedra: Prof. Francesco Marotti de Sciarra). Certificato Livello 2 per i metodi PND: ES-MG-MO-PC-SC-UT-VT. Certificato Livello 3 per i metodi PND: TT. Settore: Ingegneria Civile, Beni Culturali e Architettonici. Autore di testi e pubblicazioni per collane e riviste di settore. Lucia Rosaria Mecca Ingegnere strutturista, titolare dello studio MECCAINGEGNERIA nel quale si occupa prevalentemente di progettazione e direzione lavori di opere ed infrastrutture realizzate in ambito civile ed industriale. Svolge attività di consulenza negli ambiti dell’ingegneria geotecnica e strutturale per Professionisti, importanti Società ed Aziende operanti in ambito nazionale ed internazionale. È direttore tecnico e socio titolare della Geomonitor srl, società di Ingegneria specializzata nel settore delle prove, dei monitoraggi e dei controlli non distruttivi, per i quali possiede la qualifica di Esperto. Autrice di testi e pubblicazioni per collane e riviste di settore.

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